Il Conte di Pontedera

Biografia


Sua Eccellenza, il Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera, è nato nella città Toscana di Pontedera.
Fratello minore di Roberto e Bruno Bracci, ha sempre accentrato i suoi interessi nella sua città nativa ove tuttora abita.
Il padre, Luigi Bracci e la madre, Orestina Giuliana Senesi, (anch'essa di stirpe Nobile da parte di madre) curarono la sua educazione giovanile.
Durante l'adolescenza svolse un breve periodo di volontariato presso la locale sede della Venerabile Arciconfraternità della Misericordia, per accorrere in aiuto dei bisognosi, accentrando però l'attenzione ad alti studi nel settore amministrativo contabile e commerciale che terminò anni dopo.
Nell'Associazione Cristiana Lavoratori Italiani (ACLI) ricoprì la carica di Delegato Provinciale per la sua città, svolgendo il suo incarico per circa quindici anni ( fino al 1989).
Nel 1980 s'inserì nel mondo del lavoro come dipendente nella grande Società Piaggio & C. S.p.A. di Pontedera, e vi rimase fino all'anno 1989, quando, a coronamento di un sogno, entrò a far parte della Polizia di Stato, dove ebbe modo di fare una radiante e rapida carriera presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pontedera con la qualifica di Ispettore Capo.
Il 16.07.1983 contrasse matrimonio, da cui anni dopo ebbe il primogenito Lorenzo Bracci.
Il matrimonio terminò quasi venti anni più tardi con la separazione e successivo divorzio dalla moglie Antonietta.
Nel corso degli anni le pubbliche relazioni dedite alle più alte cariche e personalità lo portarono anche al cospetto di Sua Altezza Domenico Massimiliano Molini, Principe di Chauvigny et Nimes, Dignitario jure Sanguinis dell'Ordine Cavalleresco Militare della Corona di Ferro, per costituzione Principe Reggente delle Guardie d'Onore dell'Imperatore (Napoleone Bonaparte), nonché dell'Ordine della Memoria Napoleonica (quest'ultimo creato in epoca successiva) al quale ebbe l'opportunità di esternargli il suo desiderio di nobilitazione scaturito dalla propria discendenza con il Nobile Condottiero italiano Andrea Fortebracci da Montone.
Il giorno 26.09.2009 nella chiesa di San Michele in Staffoli (PI), Sua Altezza il Principe di Chauvigny et Nimes, dopo le appurate ricerche araldiche, in virtù delle Sue prerogative, svolse il rituale di nobilitazione secondo l'antico cerimoniale della spada, insignendolo dell'Onorificenza di Cavaliere della Guardia d'Onore dell'Imperatore, conferendogli il titolo Nobiliare di Conte con l'assegnazione nominale del feudo di Pontedera, nonchè l'incarico di Referente del Corpo della Nobiltà nell'Ordine Cavalleresco per le province di Umbria, Lazio e Lombardia ( piazza del Grifone).
Il 05.12.2009 nella Basilica di San Giuseppe in Brescia, S.E. Rev.ma Monsignore Ivo Panteghini celebrò per S.E il Cav. Paolo Bracci Conte di Pontedera il rituale della "benedizione del mantello", e nell'occasione S.A.S. Il Principe di Chauvigny et Nimes elevò a nobilitazione il primogenito del Conte conferendo il titolo di Nobiluomo dei Conti di Pontedera a S.E. Lorenzo Bracci. 

Consegna del titolo Nobiliare e di Cavalierato, Staffoli


VIDEO DELLA CERIMONIA


Il Conte di Pontedera

Chiesa di San Michele, Staffoli

Cerimonia di Cavalierato e Nobilitazione, Staffoli

Basilica di San Giuseppe, Brescia


Onorificenza di Cavalierato


Lo stemma del Conte di Pontedera


Stiletto della Guardia D'onore



Nei giorni 20-21-22 aprile 2012, nell’antico Principato di Seborga si svolse l’evento congiunto di vari Ordini Templari, con la partecipazione della delegazione Nobiliare del Gran Magistero dell’Ordine Militare della Corona di Ferro.

Durante la manifestazione, l’Ordine portoghese Gladius Templi, l’Ordine della Fenice di Sant’Egidio di Moncalieri (TO) e l’Ordine di Sigerico di Chignolo Po (PV), spiccarono con le rievocazioni di duelli con le spade.
Mentre sabato 20 aprile si svolse l’investitura di neo Postulanti templari da parte dell’Ordine Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri (V.E.O.S.P.S.S.) di Seborga.
Al termine della cerimonia fu consegnato un presente ai componenti della delegazione Nobiliare della Corona di Ferro tra i quali a S.E. il Cav. Paolo Bracci Conte di Pontedera .

Cerimonia templare del V.E.O.S.P.S.S. di Seborga
con la partecipazione della  Delegazione Nobiliare

Evento della rievocazione storica



Consegna di un presente da parte dell'Ordine V.E.O.S.P.S.S. di Seborga


VIDEO DELL'EVENTO 

Il giorno 27 maggio 2017, nella Cappella gentilizia dell’Antico Palazzo Filonardi dell’Hotel Relais, nel Comune di Veroli (FR), si svolse l’evento congiunto del Supremo Ordine dell’Antico e Rigenerato Rito Templare (S.O.A.R.R.T.) Supremo Gran Consiglio del 9° grado Cathédrale - Guardia d’Onore della Real Casata Merovingia, con il Gran Magistero dell’Ordine Militare della Corona di Ferro - Guardie d’Onore dell’Imperatore, per la cerimonia di investitura Cavalleresca Templare e Napoleonica, nonchè di Concessione di titoli nobiliari, onorificenze e di rappresentanza.
La Cerimonia iniziò con la Santa Messa celebrata da S.E. Rev.ma Arcivescovo Monsignor Oscar Rizzato, e proseguì con le investiture Cavalleresche Templari del S.O.A.R.R.T. da parte del Gran Commendatore Cav. Rosario Lanzetta e la nomina a Gran Consigliere Onorario all’interno all’Ordine di S.A.R. Don Ruben Alberto Gavaldà, Principe di Septimania della Real Casata Merovingia, inoltre conferì a S.E. Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera un Attestato di Partecipazione e Benemerenza per aver donato lustro e onore all'evento.
A seguire il Principe di Septimania elevò il Gran Commendatore del S.O.A.R.R.T. al titolo nobiliare di Conte di Montélimar con la nomina a Gran Priore Internazionale dell’Ordine dei Cavalieri del Cigno della Real Casata Merovingia.
La cerimonia si concluse con le investiture Cavalleresche Napoleoniche da parte di S.A.S Domenico Massimiliano Molini di Valibona, Principe di Chauvigny et Nimes e nella circostanza con la nomina per S.E. Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera, a Membro del Gran Consiglio della Reggenza del Gran Magistero dell’Ordine Militare della Corona di Ferro, quale Rappresentante del Corpo della Nobiltà.

Il giorno 24 giugno 2017, nel Comune di Lonato del Garda, nella provincia di Brescia, si svolse l’evento congiunto del Gran Magistero dell’Ordine Militare della Corona di Ferro – Guardie d’Onore dell’Imperatore, con l’Ordine Militare della Memoria Napoleonica, per la cerimonia di investitura Cavalleresca, nonchè di Concessione di titoli nobiliari, onorificenze e di rappresentanza.
La Cerimonia si svolse nello splendido giardino della Tenuta dell’Hotel Il Rustichello, con le investiture Cavalleresche e Nobiliari da parte di S.A.S Domenico Massimiliano Molini di Valibona, Principe di Chauvigny et Nimes e nella circostanza alla nomina per S.E. Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera, a Luogotenente Generale della Piazza dell’Etruria del Gran Magistero dell’Ordine Militare della Corona di Ferro  – Guardie d’Onore dell’Imperatore, nonché al conferimento della Menzione D’Onore, insignendolo dell’onorificenza con la consegna della relativa medaglia, per i meriti acquisiti in occasione dell’incontro diplomatico con S.A.R. Don Ruben Alberto Gavaldà, Principe di Septimania della Real Casata Merovingia, nell’evento tenutosi il 27 maggio 2017.


Cappella del Palazzo Filonardi

Cappella del Palazzo Filonardi

VIDEO DELLA CERIMONIA

Consegna della Menzione D'onore

Cerimonia della Luogotenenza Generale per la Piazza dell'Etruria e Menzione D'onore

Onorificenza della Menzione D'onore

VIDEO DELLA CERIMONIA


La Croce Nobiliare del Conte di Pontedera

Il Blasone D'Arme 


La Blasonatura Dell'Arme

BLASONATURA DELL'ARME

"In 2 campi, fasciati da una pezza di oro, il primo, di rosso all'Aquila Imperiale d'oro, a volo abbassato, tenente tra gli artigli, i fulmini dello stesso, sulla spada al naturale, il secondo, d'avorio, impalato d'oro e di rosso, a 2 bracci di bianco, guantati al naturale, che impugnano 2 spade, di nero e d'argento, a 2 stelle d'oro, a 6 punte, raggiate dello stesso e d'argento".

COLORI DELLA LIVREA:

di rosso, d'avorio, d'argento, d'oro.


MOTTO:

"Noli Tangere"


L'interpretazione Esoterica del Blasone

L'assegnazione del feudo di Pontedera

La carica di Referente della nobiltà

Attestato di Partecipazione e Benemerenza

Nomina a Membro del Gran Magistero Gran Consiglio della Reggenza

Nomina a Luogotenente  Generale della Piazza dell'Etruria e Menzione D'onore

Membri del Gran Consiglio della Reggenza


Un Nobile cognome tra le stelle della galassia...


Le agenzie spaziali NASA e ULA, il 9 settembre 2016 alle ore 00.05 GMT dal Launch Complex 41 nel Cape Canaveral Air Force Station a Cape Canaveral hanno lanciato la sonda OSIRIS-Rex a bordo del razzo Atlas V411 per la missione esplorativa e di studio dell’asteroide Bennu. La missione Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer (OSIRIS-REx) è stata sviluppata dal Lunar and Planetary Laboratory (LPL) dell'Università dell'Arizona, dal Goddard Space Flight Center della NASA e dalla divisione spaziale della Lockheed Martin. Un’ora dopo il decollo la sonda ha raggiunto l’orbita eliocentrica che la condurrà all’incontro con Bennu, l’arrivo è previsto per l’agosto 2018, dopo un gravity assist con la Terra nel settembre 2017. Durante la permanenza presso l’asteroide, della durata di quasi due anni, OSIRIS-REx studierà a fondo la morfologia e la topologia del corpo celeste grazie ad una serie di telecamere, altimetri e spettrometri. La sonda non atterrerà sulla superficie ma estenderà un braccio robotico attraverso cui potrà prelevare un campione incontaminato di circa 60 grammi di regolite, dopodiché la sonda inizierà a marzo 2021 il suo viaggio di ritorno verso il pianeta Terra che raggiungerà nel settembre del 2023. Nella fase di avvicinamento al nostro pianeta la sonda rilascerà una capsula, contenente il campione raccolto, che atterrerà nello Utah. Una volta a terra, il campione sarà trasportato al Johnson Space Center per le analisi. Gli obbiettivi scientifici della missione sono lo studio e l'esplorazione degli asteroidi per permettere di acquisire informazioni sulla formazione del sistema solare, dei pianeti e sull'origine della vita.
L’asteroide Bennu, il cui nome deriva da una divinità dell'antico Egitto associata alla rinascita, ha un diametro di circa 500 metri ed è considerato pericoloso per la terra in quanto la sua orbita lo porta ad avvicinarsi al nostro pianeta ogni sei anni e studiosi hanno individuato una serie di otto potenziali impatti con la Terra tra il 2169 ed il 2199 per cui un altro obiettivo della missione è quindi quello di acquisire quelle informazioni sulla forma dell'asteroide e sull'accelerazione cui è soggetto per l'effetto YORP, necessarie a determinare con maggiore accuratezza la probabilità d'impatto. Proprio per questo motivo la missione è stata ribattezzata Osiris, come il dio egiziano della morte e dell'oltretomba associato spesso però al concetto di rinascita.


La NASA e The Planetary Society, nell'ambito del Programma New Frontiers, nella campagna “Messaggi a Bennu”, hanno selezionato lavori artistici pervenuti in forma di fotografia, grafica, poesia, canzone, breve video o altra espressione creativa o artistica che riflettesse ciò che significa essere esploratore, nonché nominativi anch’essi selezionati, i quali dopo essere stati inseriti su un microcip, questo è stato messo nella sonda OSIRIS-Rex a testimonianza dell’essere umano anche dopo la missione su Bennu. Ai selezionati nella campagna “Messaggi a Bennu” gli è stato rilasciato un attestato di partecipazione. Tra i selezionati troviamo S.E. Il Nobiluomo Lorenzo Bracci primogenito del Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera, a testimonianza di un Elite in ogni tempo e in ogni luogo, perfino nello spazio profondo.






Lancio di Osiris Rex su Bennu

La sonda OSIRIS-REx

Lancio di OSIRIS - REx su Bennu


La sonda OSIRIS-REx ha raggiunto l’asteroide Bennu


Dopo un viaggio di 2 miliardi di chilometri lunedì 3 dicembre 2018 la sonda della Nasa OSIRIS-REx ha raggiunto l’asteroide Bennu.
Il viaggio è durato due anni e le manovre di avvicinamento sono iniziate nell’agosto. Durante questo periodo, Osiris-REx ha completato quattro manovre che hanno rallentato la sua velocità da 491 m/sec a 0,04 m/sec
Dopo aver completato una manovra di transizione che l’ha portata da una traiettoria di approccio ad una di stazionamento orbitale, OSIRIS-REx ora segue il suo obiettivo a pochi chilometri di lontananza, posizionata dal lato illuminato dal Sole.
Già a pochi giorni dopo il suo arrivo alla meta i dati ottenuti dai due spettrometri della sonda spaziale (uno ad infrarossi e l’altro di emissione termica) hanno rivelato su Bennu la presenza di molecole che contengono ossidi di ossigeno e idrogeno uniti, noti come “idrossili”.
Ovviamente  Bennu, con un diametro di circa 500 metri, è troppo piccolo per avere mai ospitato acqua liquida ma la scoperta indica che essa era presente in qualche momento sul corpo progenitore, un asteroide molto più grande. I ricercatori ipotizzano che tra 800 milioni ed un miliardo di anni fa Bennu fosse parte di un asteroide più ampio, con diametro di circa 100 chilometri, abbastanza grande da poter ospitare l’acqua, salvo poi distruggersi a seguito di un’enorme collisione, generando pezzi più piccoli.
OSIRIS-REx potrà eseguire la mappatura globale e dettagliata di ogni particolare dell’asteroide e analizzare altri parametri importanti di Bennu quali la sua velocità di rotazione, la stima della sua massa e la ricostruzione della sua morfologia, con l’intento di individuare il potenziale sito cui prelevare campioni con il suo braccio robotico da riportare sulla Terra.
Bennu ha un’età di circa 4,5 miliardi di anni, per cui è considerato un primordiale del nostro sistema solare così che i suoi materiali sono così antichi che potrebbe contenere le molecole organiche simili a quelle che sono state fondamentali per l’inizio della vita sulla terra.
Quando i campioni di questo materiale verranno restituiti dalla missione sulla Terra nel 2023, gli scienziati riceveranno un tesoro di nuove informazioni sulla storia e l’evoluzione del nostro sistema solare.



Vista 3D - Asteroide 101955 - Bennu

Vista 3D - Asteroide Bennu


Vista 3D - sonda OSIRIS-REx


Una toccata e fuga su Bennu e rotta verso la Terra per OSIRIS-REX


La NASA ha studiato la superfice di Bennu per molto tempo e dopo avere individuato 4 siti potenzialmente interessanti per il prelievo di campioni rocciosi ha deciso per il sito denominato Nightingale (usignolo).
Il sito si trova a 56 gradi di latitudine nord di Bennu ed è situato all'interno di un piccolo cratere, a sua volta contenuto in uno più grande.
Alle 00:12 ora italiana, di mercoledì 21 ottobre 2020, dopo le operazioni di avvicinamento con la superficie, la sonda OSIRIS-REx ha estratto il suo braccio meccanico lungo tre metri (Touch-And-Go-Sample Acquisition Mechanism) e con una manovra chiamata, appunto, toccata e fuga, durata circa dieci secondi, ha estratto i campioni rocciosi di regolite.
Durante i pochi secondi non appena la sonda ha rilevato l’avvenuto contatto con la superficie, si è attivata una delle tre bombole di azoto a bordo e, dopo avere sparato un getto di gas pressurizzato per smuovere il terreno, proprio come un grande aspirapolvere, il materiale è stato sollevato dalla superficie e aspirato al suo interno prima che la sonda arretrasse nuovamente e si rimettesse in orbita attorno a Bennu.
I campioni di Bennu sono stati raccolti e messi al sicuro in una capsula che si sgancerà dalla sonda una volta giunta in prossimità della Terra: dopo aver attraversato l'atmosfera, grazie a un paracadute atterrerà nel deserto dello Utah il 24 settembre 2023.
Alle 22:23 ora italiana, di lunedì 10 maggio 2021, la sonda dopo avere iniziato le manovre di allontanamento dall'orbita di Bennu si è messa in rotta per la Terra.
La sonda OSIRIS-REx completerà la propria missione una volta rilasciata la capsula di campionamento, dopodiché accenderà nuovamente i propulsori per sorvolare la Terra in sicurezza. Dopo il flyby la sonda si immetterà in un’orbita eliocentrica all’interno dell’orbita di Venere.
Sebbene OSIRIS-REx abbia ancora molto propellente a bordo, il team sta cercando di conservarne il più possibile per un’ipotetica missione estesa verso un altro asteroide dopo aver riportato a Terra la capsula con i campioni. La fattibilità di questa missione sarà allo studio del team nei prossimi mesi.




Video del prelievo dei campioni su Bennu

Video descrittivo del prelievo dei campioni

Video del prelievo dei campioni su Bennu


Descrizione di Bennu: un asteroide attivo

La capsula di OSIRIS-REx è tornata sulla terra con i campioni prelevati sull'asteroide Bennu

La Sonda Osiris-Rex ha riportato sulla terra il più grande campione di un asteroide mai raccolto nella storia, un "tesoro scientifico" di 250 grammi,  il primo per la Nasa e, per i responsabili della missione, un vero e proprio "tesoro" che segna l'inizio di una nuova pagina di scienza che aiuterà a fare luce sull’origine del sistema solare e della vita sul nostro pianeta. 
Domenica 24 settembre 2023, la sonda spaziale OSIRIS-Rex della Nasa passando vicino alla Terra, raggiunti  102.000 chilometri dalla superfice terrestre, senza rallentare, alle 12:42 ora italiana si è separata dalla "capsula" contenente il materiale prelevato dall'asteroide Bennu, portando così a termine una missione durata sette anni.
La capsula, dopo aver sfrecciato nello spazio per quattro ore viaggiando a circa 44.500 km/h, ha perforato l’atmosfera terrestre alle 14:42 (ore italiana).
La compressione dell’atmosfera terrestre ha prodotto energia sufficiente per avvolgere la capsula in una palla di fuoco, ma lo scudo termico di cui è stata dotata ha permesso di mantenere i campioni al sicuro.
Dopodichè i paracadute hanno portato la discesa della capsula ad una velocità di atterraggio sicura. Un paracadute frenante progettato per fornire una transizione stabile alle velocità subsoniche si è dispiegato per primo, circa 2 minuti dopo che la capsula è entrata nell’atmosfera. Sei minuti dopo, a circa 2 chilometri sopra il deserto dello Utah (Stati Uniti), lo “scivolo principale” si è aperto, trasportando la capsula per il resto del percorso in un’area di 58 x 14 chilometri sul il poligono militare americano.
Alle ore 16:52 italiane, la capsula della missione OSIRIS-REx ha toccato terra, dopo sette anni passati nello spazio. Al suo interno si trovano circa 250 grammi di campioni di rocce e polvere raccolti dalla superficie dell’asteroide Bennu.
Al momento dell’atterraggio, la capsula aveva rallentato la sua velocità fino a circa 18 km/h.
La squadra di recupero a bordo di elicotteri con strumenti termici di tracciamento hanno seguito il percorso della capsula fino a terra e cosi immediatamente recuperata e messa in sicurezza per evitare possibili contaminazioni dei campioni con l’ambiente terrestre.
La capsula recuperata è stata trasportata tramite elicottero in una sala bianca temporanea nel poligono militare e successivamente in aereo al Johnson Space Center della NASA a Houston, dove il campione verrà documentato, curato, ma solo il 25% del totale sarà destinato sia per la Nasa stessa che distribuito per l’analisi agli scienziati di tutto il mondo, di cui il 25% sarà suddiviso tra 200 ricercatori di 35 centri, il 4% sarà donato all’Agenzia spaziale canadese Csa e lo 0,5% a quella giapponese Jaxa. Il rimanente 75% dei 250 grammi prelevati su Bennu, resterà alla Nasa e sarà conservato per un futuro quando saranno disponibili esami con tecnologia ad oggi sconosciute.
Già il 16 settembre 2023 il telescopio Optical Ground Station (OGS) dell’ESA a Tenerife, aveva avvistato la sonda OSIRIS-REx della NASA, mentre si trovava a 4.66 milioni di chilometri dalla Terra.
A gestire l’osservazione del rientro di OSIRIS-REx è stato il NEOCC (Near-Earth Object Coordination Centre) il quale ha indirizzato l’OGS verso la sonda per il tracciamento della stessa.
Il recupero di questi campioni ha rappresentato la conclusione della missione principale della sonda OSIRIS-Rex, ma una nuova missione è iniziata lei.
La sonda continuerà a indagare sul nostro sistema solare con un nuovo nome: OSIRIS-APEX (OSIRIS-Apophis Explorer), ma di questo parleremo successivamente con un articolo dedicato.
Infatti venti minuti dopo che aveva rilasciato la capsula con i campioni, ha acceso i suoi propulsori per deviare oltre la terra e dirigersi per una nuova missione verso l’asteroide Apophis.




Tracciamento e atterraggio della capsula OSIRIS-REX 



Trasporto della capsula Osiris-Rex alla base di Houston


Alcuni momenti della squadra di recupero della capsula Osiris-Rex



Il Nobile cognome si fa ancora più forte nello spazio con la missione   ARTEMIS I


La missione spaziale ARTEMIS I, precedentemente denominata Exploration Mission-1, è la prima di una serie di missioni sempre più complesse che consentiranno l'esplorazione umana sulla Luna e su Marte.
Per la missione di Artemis I è stata attivata dalla NASA  l'iniziativa "Send Your Name - Your name will fly around the Moon".
Sua Eccellenza il Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera e il Nobile figlio Lorenzo Bracci hanno aderito all'iniziativa per la quale gli sono state rilasciate le carte d'imbarco virtuali per il viaggio di missione e i nomi salvati su una unità flash di memoria  posta all'interno della navicella Orion.
Artemis I sarà il primo test di volo senza equipaggio del razzo Space Launch System e della navicella spaziale Orion.
Il volo aprirà la strada all'atterraggio della prima donna e della prima persona di colore sulla Luna!
Tutti gli occhi saranno puntati sullo storico Launch Complex 39B quando Orion e lo Space Launch System (SLS) decolleranno per la prima volta dal Kennedy Space Center modernizzato della NASA in Florida.
Come detto Artemis I sarà il primo di una serie di missioni sempre più complesse per arrivare a una presenza umana a lungo termine sulla Luna per i decenni a venire.
Intanto proseguono i preparativi  in vista della  missione spaziale che riporterà l'uomo sulla Luna, operazione che non avviene sin dai tempi del programma Apollo.
La missione Artemis I farà da apripista a quelle successive e consentirà di testare direttamente nello spazio il funzionamento del razzo SLS e della capsula Orion. Quest'ultima per l'occasione non ospiterà equipaggio umano ma solo un comandante "Moonkin", ossia un manichino dotato di sensori per registrare parametri e sollecitazioni durante il viaggio. Questo manichino ha anche un nome "Campos", in onore del celebre ingegnere il cui ruolo fu fondamentale nel salvataggio degli astronauti della missione Apollo 13.
Il razzo SLS e la capsula Orion saranno dotati di molteplici sensori sia esterni che interni al fine di acquisire più dati possibile su ogni aspetto, dal funzionamento dei sistemi di bordo alla resistenza alle sollecitazioni dei due mezzi per evitare ogni possibilità d'errore al nuovo invio nello spazio di astronauti in carne e ossa dai tempi del programma Apollo.
Per vedere un primo equipaggio umano a bordo della navicella Orion dovremo attendere la missione Artemis II,  ma sarà ancora una missione test e nonostante la presenza dell'equipaggio a bordo, questo si limiterà a eseguire alcune orbite attorno alla Luna per poi ritornare sulla Terra. L'allunaggio vero e proprio avverrà solamente con la missione Artemis III.
Durante il volo della missione Artemis I, la navicella Orion rimarrà nello spazio più a lungo di qualsiasi nave, senza mai attraccare a una stazione spaziale.
Il veicolo spaziale rimarrà in orbita lunare per circa sei giorni con l’intento di raccogliere dati e consentire ai controllori e ingegneri di missione di valutare le prestazioni del veicolo spaziale.
Alla fine l'accensione sincronizzata del motore riporterà la navicella sulla  traiettoria verso la Terra entrando nell’atmosfera ad una velocità di 11 km/s e con temperature di circa 2760 °C, prima di potere rallentare grazie ai paracaduti e all'ammaraggio finale.
Il nome scelto per il programma Artemis viene dal greco antico: (Ἄρτεμις, Ártemis) una divinità della religione greca, meglio conosciuta con il nome di Artemide, dea della caccia, della foresta, della luna crescente e della fertilità.
Artemide è figlia di Zeus e Latona e sorella gemella di Apollo, è una dei dodici Olimpi e la sua origine risale ai tempi più antichi. Fu più tardi identificata come la personificazione della Luna crescente, insieme a Selene (la Luna piena) ed Ecate (la Luna calante).
Fu associata dai Romani alla figura di Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume.
Sua Eccellenza il Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera e il Nobile figlio Lorenzo Bracci esprimano il loro ringraziamento alla NASA, che grazie all'iniziativa cui hanno aderito avergli permesso in tal modo di poter rivendicare "un posto" nel cosmo.





Vista virtuale dell'orbita Artemis I





Logo della missione Artemis I

La piattaforma di lancio del Kennedy Space Center

Interno della navicella Orion

Una vista sugli interni della capsula Orion

Artemis I: animazione 3D della missione

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Signori e signore ... tutti in carrozza! ... si parte!

Signori e Signore … tutti in carrozza! … si parte! Questo era l’invito da parte del conduttore della carrozza trainata dai cavalli a far sì che i passeggeri si affrettassero a salire pochi istanti prima della partenza, ma da allora è passata molta acqua sotto i ponti.
Il giorno 16 novembre 2022, alle ore 7,47, ora italiana, dalla piattaforma 39B del Kennedy Space Center, dalla base Nasa di Cape Canaveral, in Florida, (1.47 della Florida) è decollato con successo il vettore Sls (Space Launch System), per l’inizio dell’ambiziosa missione Artemis I che riporterà l’uomo sulla Luna.
Dopo che i razzi a propellente solido (Solid Rocket Boosters), si sono separati, per cadere dopo pochi minuti nell’oceano Atlantico e il motore principale si è spento e lo stadio principale del razzo Sls si è separato, cadendo nell’oceano Pacifico, i quattro pannelli solari della capsula Orion si sono dispiegati e la capsula si è inserita nell’orbita lunare dove è rimasta per 26 giorni.
Durante questo periodo sono stati effettuati tutti i test intorno all’orbita della Luna prima di rientrare con successo sulla Terra.
Le 16 videocamere a bordo di Orion e le otto sul razzo Sls hanno documentato passo dopo passo tutto ciò che è avvenuto dopo il lancio. In particolare, le quattro montate sul modulo di servizio di Orion, alle estremità delle ali dotate di pannelli solari, hanno scattato incredibili 'selfie' di Orion con la Terra e la luna sullo sfondo.
La navicella Orion ha raggiunto il 28 novembre 2022 il punto più lontano dalla Terra previsto dalla missione Artemis I, 432.210 km, segnando il nuovo record per un'astronave progettata per il trasporto di esseri umani.
Uno dei test più importanti per l'intera missione è stata il rientro nell'atmosfera terrestre, con cui è stata verificata la tenuta dello scudo termico all'incredibile velocità di circa 40.000 km/h.
Lo scudo termico di Orion misura circa 5 metri di diametro ed è il più grande del suo genere.
Rientrando in atmosfera la navicella ha affrontato temperature di quasi 2.800 °C, pari a circa la metà di quella che si trova sulla superficie del Sole. Per proteggere Orion è stato usato blocchi di cosiddetto Avcoat, strutture a nido d'ape in fibra di vetro dove viene iniettata una particolare resina epossidica, poco meno di 200, ciascuna cella pre-lavorata affinché possa adattarsi alla propria posizione è stata incollata sulla "pelle" in fibra di carbonio dello scudo termico.
Una protezione che permetterà agli astronauti all'interno di Orion nelle missioni future di superare il momento critico dell'attraversamento dell'atmosfera.
L’11 dicembre 2022 la navicella è entrata finalmente nell’atmosfera terrestre con una velocità di 40mila km all’ora. Quindi ha decelerato fino a 480 km all’ora quando ha dispiegato i suoi paracadute per tuffarsi in sicurezza nell’Oceano Pacifico.
Il rientro è avvenuto nella modalità che gli americani chiamano "skip re-entry" (rientro a balzi) saltellando letteralmente sull'atmosfera prima di entrare.
Per entrare più nel dettaglio, lo skip re-entry è una tecnica di rientro atmosferico che impiega uno o più "salti" successivi al di fuori dell'atmosfera stessa.
Il concetto alla base di questa tecnica è quello di "tagliare" l'atmosfera con un certo angolo di ingresso, in modo che il velivolo sia spinto all'esterno verso lo spazio (un po' come accade quando un ciottolo lanciato sulla superficie di un lago "rimbalza" sull'acqua). A ogni salto la velocità della sonda viene ridotta, così che essa possa alla fine scendere nell'atmosfera a una bassa velocità.
Una strategia sempre più perfezionata che ha rivoluzionato la tecnica di atterraggio/ ammaraggio sin dai tempi in cui erano utilizzate dai sovietici con alcune Soyuz LK che avrebbero dovuto portare uomini alla Luna. Allora i sovietici fecero quattro prove con navicelle senza uomini e tutte andarono a buon fine.
Lo scopo di questa strategia è avere a disposizione un'ampia gamma di ingressi possibili e rallentare la sonda prima del rientro finale, riducendo così la quantità di calore sviluppata. Questa tecnica permette inoltre di avere una maggiore scelta anche dei possibili punti di atterraggio o di raggiungere un'area prestabilita di atterraggio avendo a disposizione un maggior numero di momenti possibili di ingresso.
La navicella Orion della nasa è ammarata nell’Oceano Pacifico, al largo della costa della Bassa California in Messico, vicino all’isola di Guadalupe, alle ore 18,40, ore italiane, di domenica 11 dicembre 2022, al termine della missione da record, la quale a ha coperto più di 2,25 milioni di chilometri lungo un percorso intorno alla Luna e ritorno sulla Terra.
La navicella è stata recuperata dalla nave della marina statunitense USS Portland e dopo essere stata trasportata in un primo momento al porto di San Diego è stata successivamente inviata presso Kennedy Space Center, in Florida, dove è stata esaminata per i futuri viaggi con l’equipaggio umano.
Si è trattato di un momento storico perché è un segnale di ripresa per l'esplorazione dello Spazio profondo con esseri umani dopo la fine del programma Apollo.
Sua Eccellenza il Cav. Paolo Bracci Conte di Pontedera e il suo nobile figlio Lorenzo Bracci sono entrati in questo momento storico con il loro viaggio virtuale insieme ad altri "viaggiatori" nel programma Artemis, ma anche chi ha preso parte al progetto ha voluto lasciare un segno, anche nascosto, per dire alla storia ... c'ero 
anch'io (scoprilo sul link).




Artemis I - video della missione

Artemis I - dal Lancio all'ammaraggio

visione dalla capsula Orion della Luna e Terra

Recupero della navicella Orion da parte della
 USS Portland

Servizio tv del recupero della navicella Orion


Vedi la navicella Orion in 360° prima della del lancio


Kennedy Space Center - Full Tour


Continua il viaggio del Nobile cognome tra le stelle della galassia...


Le agenzie spaziali NASA e ULA, il 9 settembre 2016 alle ore 00.05 GMT dal Launch Complex 41 nel Cape Canaveral Air Force Station a Cape Canaveral lanciarono la sonda OSIRIS-Rex a bordo del razzo Atlas V411 per la missione esplorativa e di studio dell’asteroide Bennu.
La NASA e The Planetary Society, nell'ambito del Programma New Frontiers, nella campagna “Messaggi a Bennu”, selezionarono lavori artistici pervenuti in forma di fotografia, grafica, poesia, canzone, breve video o altra espressione creativa o artistica che riflettesse ciò che significa essere esploratore, nonché nominativi anch’essi selezionati, i quali dopo essere stati inseriti su un microcip, furono messi all’interno della sonda OSIRIS-Rex a testimonianza dell’essere umano anche dopo la missione su Bennu. Ai selezionati nella campagna “Messaggi a Bennu” gli fu rilasciato un attestato di partecipazione. Tra i selezionati fu inserito anche S.E. Il Nobiluomo Lorenzo Bracci primogenito del Cav. Paolo Bracci, Conte di Pontedera, a testimonianza di un Elite in ogni tempo e in ogni luogo, perfino nello spazio profondo.
Al termine della missione di ritorno, domenica 24 settembre 2023, la sonda spaziale OSIRIS-Rex passando vicino alla Terra, raggiunti  102.000 chilometri dalla superfice terrestre, alle 12:42 ora italiana si è separata dalla "capsula" contenente il materiale prelevato dall'asteroide Bennu, la quale alle successive ore 16:52 italiane, ha toccato terra.
Ciò ha rappresentato la conclusione della missione principale della sonda OSIRIS-Rex, durata 7 anni, ma da quel momento una nuova missione è iniziata lei.
La sonda per il nuovo progetto scientifico di esplorazione è stata ribattezzata con il nome OSIRIS-APEX (OSIRIS-Apophis Explorer).
Infatti venti minuti dopo che ha rilasciato la capsula con i campioni, ha acceso i suoi propulsori per deviare oltre la terra e dirigersi per una nuova rotta verso l’asteroide Apophis.
OSIRIS-APEX sfrutterà il propellente rimasto per avvicinarsi al corpo asteroidale, 99942 Apophis. Si tratta un NEO (Near Earth Object) con un diametro di circa 370 metri, potenzialmente pericoloso per la Terra.
Infatti ha destato preoccupazioni nel 2004, quando si temeva un possibile impatto nel 2029. Poi ulteriori osservazioni hanno escluso questa possibilità, almeno per i prossimi 100 anni, riducendo l’incertezza sulla sua traiettoria.
Si prevede che OSIRIS-APEX arriverà e si posizionerà in orbita eliocentrica stazionaria su Apophis nel 2029. Pochi giorni dopo il 13 aprile 2029 quando l’asteroide sarà nel punto della sua orbita più vicino alla Terra e lo studierà per circa 18 mesi. In quell’occasione, Apophis sarà a circa 31 600 km dalla superficie terrestre. La distanza è comunque cinque volte maggiore del raggio della Terra, anche se dieci volte più vicina della Luna. Durante l’avvicinamento dell’asteroide, la gravità della terra sarà tale da poter influenzare il movimento orbitale, determinando una perturbazione fisica dell’orbita di Apophis.
Un altro obiettivo della missione è quindi quello di acquisire quelle informazioni sulla forma dell'asteroide e sull'accelerazione cui è soggetto per l'effetto YORP, necessarie a determinare con maggiore accuratezza la probabilità d'impatto.
La missione prevederà lo studio tramite le apparecchiature istallate sulla sonda, di quanto espletato per il precedente asteroide Bennu, perciò non mancherà che sia eseguita la mappatura completa del corpo celeste, potrà fare anche una manovra simile a quella effettuata durante la precedente raccolta dei campioni su Bennu (ad esclusione del prelievo di materiale) ma potrà utilizzare i “colpi di scorta inutilizzati” dei getti di gas pressurizzato che erano stati previsti per la prima missione per smuovere un punto della superfice dell’asteroide per esporne la composizione.





Il poster realizzato per l'evento New Mission   OSIRIS-APEX 


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